[:it]La scalata dell’oro: 2017 chiuso con una crescita del +13% [:]

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Annata positiva per l’oro, in crescita come non accadeva da 7 anni. Resisterà alle avversità del 2018?

Un anno fa lo avevano dato senza speranze. Eppure, a denti stretti, l’oro resiste ai venti contrari e chiude il 2017 sopra la soglia dei 1.300$ l’oncia. A promuovere la corsa ai beni sicuri il clima di incertezza geopolitica e un dollaro in continua discesa.

Con la Federal Reserve pronta ad alzare i tassi di interesse e i listini azionari in sorprendente crescita, sembrava che l’oro fosse destinato ad una discesa inesorabile. La London Bullion Market Association aveva previsto che la quotazione media sarebbe scesa a 1.244$ l’oncia. E invece, a sorpresa, l’oro smentisce tutti, chiudendo il 2017 in rialzo. Una crescita del +13% che segna la migliore performance dal 2010. Tra i tanti fattori che hanno spinto l’oro al rialzo emerge la debolezza del dollaro, che ha vissuto l’annata peggiore dal 2003.

Per il 2018 gli analisti sono ancora incerti. Se secondo le previsioni di Citigroup l’oro terminerà l’anno a quota 1.350$, c’è anche chi, come Société Gènérale, è più dubbioso e valuta la possibilità di una discesa sostanziale, con scenari che potrebbero portare l’oro ai 1.175$ l’oncia.

La realtà è che le variabili in gioco sono davvero tante. Da una parte le banche centrali, con la loro politica monetaria: le voci sui tre incrementi dei tassi fissati dalla Fed per il 2018 stanno già mettendo sotto pressione il metallo giallo. Dall’altra l’incertezza geopolitica, che si fa sempre più grande. Le provocazioni della Corea, le risposte americane, gli attacchi terroristici, sono stati il triste sfondo dell’anno che ci siamo lasciati alle spalle. E il 2018 non sarà da meno, con un’inaspettata mobilitazione popolare in Iran che ha inaugurato la scena mondiale, rafforzando la crescita dell’oro. Poi c’è il tema Brexit ed importanti appuntamenti elettorali: oltre all’Italia andranno alle urne anche la Russia per le presidenziali, gli Stati Uniti per le elezioni di metà mandato e tanti altri stati in Africa e Sud America dove la situazione è già delicata. Questi scenari potrebbero essere il motore per una nuova corsa all’oro, bene rifugio, che porterebbe il suo valore alle stelle.

L’oro non è l’unico ad aver fatto bene nel 2017: sul podio delle pietre preziose si piazza il palladio che, vista la carenza di offerta, segna una crescita record del 56%. Al metallo giallo va comunque il merito di aver superato le attese, riuscendo non solo a resistere alle forze ribassiste, ma chiudendo in rialzo come non accadeva da tempo.

Nel frattempo, la debolezza del dollaro ci ha fatto assistere ad un ulteriore rally dell’oro e di altre materie prime, come rame e petrolio. Nonostante qualche incertezza, l’oro si assesta sopra quota 1.318$ l’oncia. Sarà questo l’investimento su cui puntare? Secondo gli esperti gennaio e febbraio saranno i mesi migliori per apprezzare il metallo giallo.[:]