[:it]IVA, rivoluzione in arrivo in Europa[:]

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Le novità della proposta di riforma sull’IVA per gli Stati UE

Maggiore flessibilità e norme comuni sull’Iva per gli Stati UE: sono queste le regole su cui si fonda la riforma proposta dal Commissario europeo all’Economia Pierre Moscovici.

Le norme attualmente vigenti nell’Unione Europea in materia di IVA risalgono al 1992. Approvate prima dello sviluppo esplosivo di internet nell’economia mondiale, tali norme sono ormai obsolete e troppo restrittive. Non solo ostacolano la crescita delle piccole e medie imprese: non riescono neanche ad arginare l’enorme evasione fiscale, pari ad almeno 50 miliardi di euro che ogni anno si volatilizzano tra frodi ed elusioni. È per questo che qualche giorno fa il Commissario all’Economia Pierre Moscovici ha presentato in Commissione Europea una rivoluzionaria proposta di riforma sull’IVA.
Lo scopo della riforma è, da un lato, quello di dare maggiore flessibilita‘ agli Stati membri nel fissare le aliquote IVA; dall’altro quello di armonizzare l’IVA tra i paesi UE affinché le regole di concorrenza tra imprese siano quanto più omogenee possibile. “La proposta odierna offrira’ ai governi la massima flessibilita’ per fissare le aliquote IVA, lasciandoci la possibilita’ di concentrarci su come affrontare il piu’ vasto problema delle frodi“, ha spiegato Pierre Moscovici.

Il progetto prevede che ogni stato membro UE sia libero di fissare le aliquote IVA rimanendo, però, all’interno “di una nuova gabbia di riferimento”. Ecco i dettagli della riforma.

  • Ci saranno in tutto cinque aliquote: un’aliquota standard di almeno il 15%, due aliquote ridotte comprese tra il 5% e l’aliquota standard scelta dallo Stato; un’altra aliquota ultra agevolata tra lo 0 e il 5% e un’aliquota a tasso zero per i prodotti esenti da IVA.
  • Gli Stati membri dovranno comunque garantire che l’aliquota media ponderata nazionale sia almeno del 12%.
  • Dovrà essere applicata un’IVA di almeno il 15% su un elenco di prodotti stilato direttamene da Bruxelles, tra cui figurano metalli preziosi, armi, alcolici, tabacco e gioco d’azzardo. Esclusi i beni presenti in questo elenco, sarà ciascuno Stato a fissare le aliquote IVA e a scegliere a quali prodotti applicarle.
  • A partire dal 1° Gennaio 2021 cambieranno le regole relativa agli acquisti e-commerce: l’imposta da applicare sarà quella del Paese di destinazione del bene o servizio a prescindere dal volume di affari del venditore. Per dichiarare e versare l’IVA in altri stati UE, i venditori continueranno ad avvalersi del Moss: il mini-sportello unico per l’IVA già attivo dal 2015.
  • Anche i mercati tradizionali si adegueranno alle nuove regole a partire dal 2022. Come spiega Il Sole 24 Ore: “il fornitore Ue dovrà addebitare l’Iva al proprio cliente secondo l’aliquota dello stato UE di destinazione dei beni, utilizzando il Moss a fini dichiarativi e di versamento”.
  • Per i primi cinque anni, la riforma IVA riguarderà solo le cessioni di beni al’interno dell’Europa. Successivamente il Moss sarà esteso anche alle forniture transfrontaliere di servizi a operatori economici.

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