[:it]Effetto Trump: la Russia trema[:]

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Trump tweetta, Cremlino colpito : crolla il rublo, default salito al 10% in pochi minuti

Il Tweet di Donald Trump ha avuto effetti devastanti sull’economia russa; Crolla il rublo, la borsa di Mosca chiude al ribasso, le probabilità di default si impennano al 10%. Ecco cosa si è rotto nell’equilibrio globale

“Il battito d’ali di una farfalla può causare un uragano a migliaia di chilometri di distanza” scrisse Lorenz. Non siamo sicuri di quali siano i poteri di una farfalla, ma una cosa è certa: il mondo ha scoperto cosa può causare il cinguettio di un Presidente. Una primavera esplosiva per Donald Trump, capace di far crollare l’economia delle maggiori potenze mondiali con un semplice tweet. Tutto è iniziato col messaggio indirizzato alla Cina, che sancisce la presa di posizione della Casa Bianchi sui dazi che cambieranno l’ economia globale, con un impatto sulle borse di 4mila miliardi di dollari.

La scorsa settimana è toccato a Mosca:

«La Russia promette di abbattere tutti i missili lanciati contro la Siria. Preparati Russia, perché i missili torneranno, carini, nuovi e “intelligenti!”. Non dovreste essere partner di un Animale assassino che uccide con il gas il suo popolo e se ne compiace»

Parole pesanti per gli alleati di Assad, cadute come siluri sul mercato dei cambi. La moneta Russa è crollata del 5% sul dollaro e le probabilità di default, misurate dall’andamento dei credit default swap a 5 anni, si sono impennate in pochi minuti, passando dall’8% al 10%, quasi il doppio rispetto alla probabilità registrata a fine marzo.

Difficile sbrogliare la tensione sullo scacchiere geopolitico;  da una parte USA, Gran Bretagna e Francia, dall’altra Mosca e Iran, che non rimangiano il proprio appoggio ad Assad, nonostante le accuse che il dittatore abbia utilizzato armi chimiche sulla popolazione. Il Tweet di Trump arriva dopo che il Presidente Vladimir Putin aveva minacciato di abbattere ogni missile dell’alleanza lanciato contro la Siria. Semplice prova di forza? Sono bastati pochi giorni per avere risposta.

“Cari americani, poco fa ho ordinato alle Forze Armate di lanciare attacchi di precisione verso obiettivi collegati alla produzione di armi chimiche”. L’annuncio di Donald Trump al popolo americano è arrivato intorno alle 22 (ora di Washington) del 13 aprile, quando i missili stavano già illuminando il cielo Siriano, diretti verso obiettivi legati alla produzione e deposito di armi chimiche.

Dura la risposta della Russia, secondo cui “l’attacco non resterà senza conseguenze”. Quali saranno le prossime mosse delle due super potenze? Il raid rimarrà un episodio isolato o stiamo assistendo allo scoppio di una guerra? Solo il tempo potrà dirlo. Nel frattempo rimangono le ripercussioni sull’economia di Mosca. Oggi la Russia genera un Pil da 1.300 miliardi di dollari, il 12esimo della classifica mondiale. L’inflazione è al 2,4%, il tasso di interesse della Banca centrale al 7,25%. Crolla però negli ultimi giorni la fiducia degli investitori, con i rendimenti dei bond governativi a 10 anni arrivati all’8%.

La crisi Siriana si unisce al caso Skripal e al continuo acuirsi delle sanzioni, portando in poche settimane il sistema di relazioni economiche e finanziare tra Occidente e Russia ad un livello di crisi senza precedenti nell’era dei mercati globali; proprio ora che Mosca aveva visto concreti segnali di ripresa economica ed industriale, dopo la crisi del 2014.[:]