[:it]Debito pubblico: il vero problema sono gli interessi[:]
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L’Italia non paga più debiti, ma interessi
Gli interessi sul debito pubblico costano ad ogni italiano un cappuccino e brioche al giorno
Continua la parabola ascendente del nostro debito pubblico: 2300 miliardi pesano sulle spalle dei contribuenti, con una media pro capite di ben 38mila euro. Mentre la Bce definisce il rapporto tra debito pubblico e pil “particolarmente preoccupante”, il calendario dei primi tre mesi del 2019 si prospetta più che impegnativo per la gestione del nostro debito pubblico.
Eppure c’è qualcosa che nessuno dice: senza gli interessi il debito pubblico in Italia oggi sarebbe pari a zero.
Il vero problema non è il debito pubblico: non esiste Paese al mondo che non abbia in questo momento un debito pubblico, semplicemente perché il debito è la forma più comune per emettere moneta e finanziare la spesa pubblica.
Il vero problema è la sua sostenibilità. Può dirsi sostenibile un debito che generi interessi sostenibili per l’economia del Paese: se uno Stato paga troppi interessi per sostenere il debito, è costretto a sottrarre ricchezza ai propri cittadini, aumentando le tasse o riducendo la spesa pubblica. Questo è quanto sta accadendo in Italia. Da 25 anni lo Stato non ha, o meglio, non avrebbe bisogno di indebitarsi perché incassa più tasse di quello che spende. Nell’ultimo anno, per esempio, l’Italia ha incassato 30 miliardi di tasse in più di quanto ha speso, eppure risulta in deficit di circa 40 mld, perché costretto a pagare circa 70 mld di interessi.
Questo succede dall’inizio degli anni ‘9O: da allora lo Stato ha pagato 2.500 miliardi di interessi. Una cifra esorbitante, se si pensa che il debito attuale è di circa 2.380 miliardi. Un meccanismo che, per molti versi, potrebbe essere definito “usura”: gli interessi si cumulano sugli interessi e il debito cresce, anche se non ci si indebita più.
Al momento un risparmiatore italiano che compri titoli di Stato guadagna, al netto dell’inflazione, più del 2% netto e se compra i Btp a 10 anni quasi un 2,5% netto più dell’inflazione. Nel resto del mondo chi compra i titoli di Stato oggi al massimo invece recupera l’inflazione (così in America) oppure perde ogni anno, se si considera l’inflazione (in Germania). Ciò significa che, a differenza di tanti altri stati nel mondo, lo Stato italiano si svena a causa dei tassi di interesse troppo alti.
Stando a una ricerca condotta da Deutsche Bank, e riportata da Il Sole 24Ore, “l’Italia è il Paese europeo che paga di più in interessi: 146 milioni di dollari al giorno, ovvero 2,4 dollari a testa. L’equivalente di un cappuccino e cornetto. Ma se tassi e spread dovessero restare alti o salire ulteriormente, quella colazione che oggi ogni italiano paga al Tesoro potrebbe trasformarsi in un pranzo. E le cose diventerebbero più complicate per tutti”.
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