La parola del mese: Corporate Bond
Avere una quota di portafoglio puntata sui Corporate Bond potrebbe essere una buona soluzione per garantirsi adeguate remunerazioni di capitale, a fronte di un rischio relativamente contenuto. I corporate bond sono obbligazioni emesse da una società per ricorrere al finanziamento sul mercato dei capitali. Emettendo obbligazioni, la società si approvvigiona di fondi utili ai suoi affari, utilizzando canali più vantaggiosi rispetto al prestito bancario o alla vendita di azioni. Quando acquista un’obbligazione societaria, il possessore dell’obbligazione presta il suo denaro alla società emittente diventandone creditore, e ha diritto a ricevere il rimborso dell’importo alla scadenza prevista dal regolamento, più una remunerazione a titolo di interesse. I corporate bond si distinguono sostanzialmente in Investment Grade e High Yield, a seconda dello storico di credito e della capacità di ripagare i debiti da parte della società emittente: ricevono la prima valutazione le società con giudizi che vanno dalla famosa tripla A fino alla BB per S&P, Ba2 per Moody’s e BB per Fitch. Da questa valutazione in poi, i titoli obbligazionari emessi dalle società sono considerati High Yield: più remunerativi, ma più rischiosi. In questa fase di mercato, ci sono fattori che rendono particolarmente interessante l’acquisito di obbligazioni corporate, soprattutto di quelle Investment Grade, supportate dalle misure straordinarie delle banche centrali che le comprano nell’ambito dei programmi espansivi. La loro rischiosità è minore che in passato e il loro rendimento è più appetibile rispetto ai titoli di Stato. Meglio non puntare su corporate statunitensi: nonostante abbiano un rendimento maggiore, l’investimento è in dollari e la copertura del cambio ha un costo. Inoltre, il tasso di fallimenti aziendali negli USA è più alto che nel Vecchio Continente il che espone a un livello di rischio più elevato.