2021, anno della completa digitalizzazione in Italia?

Le videochiamate con i parenti, l’home working, i webinar, lo Spid, i Bonus, il CashBack, perfino la app “Immuni” che pure è stato un flop, tutto ha concorso a un rapido apprendistato, trasversale un po’ a tutte le età e classi sociali. Qualche numero: nel 2020 hanno utilizzato le videochiamate 43 milioni di cittadini; nove su dieci hanno fatto home working; 9 milioni sono ricorsi per la prima volta ai servizi digitali della pubblica amministrazione (fonte Censis). Si aggiunga che nei primi mesi del 2021 i pagamenti digitali supereranno, per la prima volta, quelli in contante (nel dicembre 2020 già il 47% degli italiani ha preferito usare carte di credito, bancomat e app di pagamento).

La diffusione dello Spid è particolarmente interessante. Sedici milioni e mezzo di italiani lo hanno utilizzato per accedere a bonus governativi, come quello su biciclette e monopattini o quello per le vacanze, per iscriversi alla app “IO” che regola il CashBack, o per accedere al portale dell’Inps. Aumentano anche i pagamenti di tasse, tributi, bolli, rette, quote associative e altro realizzati tramite “PagoPa”, la piattaforma della Pubblica Amministrazione. Con PagoPa si possono effettuare transazioni verso le amministrazioni nazionali e locali come pure verso Asl, scuole, università. Mentre intanto è ormai perfezionata l’Anagrafe nazionale della popolazione che può fornire i dati di 55 milioni di italiani. Si prefigura, insomma, lo scenario tanto agognato di un Paese digitalizzato, sburocratizzato, moderno. Certo, sarà necessario investire sulla banda ultralarga per garantire il funzionamento perfetto dell’apparato digitale, ma l’obiettivo è a portata di mano.

L’altra pietra angolare del cambiamento è rappresentata dai pagamenti digitali: oltre alle carte di credito (che coprono il 32% del mercato), ci sono carte di debito, bancomat, Satispay, Apple Pay, Google Pay ed altro ancora (circa 15% del mercato). Sommate a tutto ciò i bonifici via web e altri sistemi di pagamento come il Telepass e capirete come il pagamento in contanti stia lasciando il passo al “cashless”. Un fattore di crescita è stato il diffondersi del “contactless”, cioè di carte, app, QR code, software di contatto Bluetooth, che si attivano col solo sfiorare il Pos.

E per far crescere la mentalità digitale può aiutare il CashBack. Probabilmente la sua funzione primaria non è quella di dare soldi agli italiani, ma di abituarli a pagare con le carte, anche al bar. Già nel primo mese, si sono iscritti al CashBack 11 milioni di persone. Rimane il problema delle commissioni che i negozi devono pagare per ogni operazione con carta di credito, ma qualcosa si sta già facendo: sono state azzerate le commissioni su pagamenti sotto i 10 euro e il tetto per pagare senza pin e senza firma è stato alzato da 25 a 50 euro.

Altro strumento pedagogico è l’ibrido digitale, specie per le persone non più giovani, cioè il poter effettuare pagamenti servendosi della rete capillare di 45mila ricevitorie ex Sisal (oggi Mooney), dunque nei bar e nelle tabaccherie. Si potranno saldare multe, bollettini postali, fare bonifici, ricariche ed altro ancora, basta presentare il proprio codice fiscale (contenuto nella tessera sanitaria). Addirittura i clienti di Banca Intesa possono già ora prelevare contanti in questi bar e tabaccherie dotati di ricevitorie, senza pagare commissioni.