Barilla: una multinazionale a conduzione familiare

Barilla oggi è una multinazionale dell’alimentare, conosciuta in tutto il mondo, ma la sua storia parte da una piccola bottega di pane e pasta che Pietro Barilla senior aprì nel 1877 a Parma. La bottega ebbe un avvio non facile, tanto che fallì nel 1894, ma riprese subito l’attività arrivando nel 1905 a produrre 25 quintali di pane e pasta al giorno. Il primo pastificio industriale venne inaugurato nel 1910, con una produzione di 80 quintali di pasta al giorno, che negli anni Venti toccò gli 850 quintali giornalieri, sotto la guida di Riccardo e Gualtiero Barilla che avevano ereditato il testimone da Pietro Barilla senior.

Le due guerre mondiali naturalmente rallentarono la crescita di Barilla, a causa della riduzione della produzione. Negli anni ’40 la guida dell’azienda era passata ai fratelli Gianni e Pietro, che avevano una notevole esperienza nel settore e furono capaci di farle compiere il salto da azienda emiliana ad azienda nazionale. Negli anni ’50 venne aperto il grande stabilimento di Pedrignano che rese possibile un forte aumento della produzione. Barilla divenne rapidamente azienda leader in Italia per la pasta all’uovo e di semola, abbandonò la produzione di pane, e iniziò a guardare all’estero.

Il figlio di Riccardo, che prese il nome del nonno Pietro, si recò nel 1950 negli Usa dove apprese le tecniche del marketing e della distribuzione organizzata dei prodotti. Tornato in Italia operò una profonda trasformazione tecnologica, costruendo nuove linee di produzione, nuovi stabilimenti, e lanciando campagne di comunicazione. In quegli anni Barilla iniziò a produrre anche prodotti da forno: fette biscottate, cracker e grissini. Negli anni ’60 venne aperto un grande pastificio, con una produzione di mille tonnellate di pasta al giorno. All’inizio degli anni ’70, anche a seguito di problemi delle industrie italiane e di forti conflitti sindacali, l’azienda fu costretta a cedere la quota di maggioranza alla multinazionale statunitense W.R. Grage, che però già nel 1979 tornò nelle mani della famiglia Barilla. Intanto, nel 1975 era già stato lanciato il fortunato brand del Mulino Bianco. Era arrivato il momento di espandersi all’estero a partire da Francia, Spagna e Germania: una dopo l’altra, Barilla aprì 25 fabbriche, divenendo in poco tempo leader nel mercato europeo della pasta.

L’internazionalizzazione proseguì negli anni ’90, sotto la guida dei fratelli Guido, Luca e Paolo, dopo la scomparsa di Pietro nel 1993, con un’espansione nel mercato statunitense e in quello europeo, grazie anche all’acquisizione di altre aziende. Negli anni 2000 venne avviata una riorganizzazione della multinazionale che è arrivata a disporre di 29 poli produttivi: pastifici, forni e mulini (che forniscono il 70% della materia prima), 15 in Italia e 14 all’estero, i quali producono 2 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, esportati in tutto il mondo. E numerosi sono i marchi di Barilla: oltre a Mulino Bianco e Pan di Stelle, Voiello, Pavesi, Gran Cereale, Wasa e altri ancora.

Lo storico motto di Pietro Barilla “Dai alle persone il cibo che daresti ai tuoi figli” evolve nel noto claim dell’azienda: “Buono per te, buono per il pianeta”. Valori antichi che danno lustro all’italianità e che vengono diffusi dai think thank creati dall’azienda: la Fondazione Barilla e il Center for Food and Nutrition. L’obiettivo è quello di promuovere una alimentazione sana, la qualità della vita, una produzione sostenibile, rispettosa dell’ambiente.

Una grande multinazionale, dunque, ma a conduzione familiare. Moderna, ma con forti radici nei suoi 140 anni di storia. Gli spaghetti numero 5, per esempio, prodotto di punta della Barilla, vengono prodotti sempre nello stesso modo. “Sono cambiate le tecniche e le conoscenze, ma gli ingredienti, poche materie prime, acqua e semola, e la preparazione sono pressoché identici,” spiega Paolo Barilla. E un metodo infallibile: “Con i miei fratelli ci chiediamo sempre cosa avrebbe fatto papà al posto nostro, e immediatamente sappiamo cosa fare”.