Wall Street alla conquista della Cina
Ciò che sta accadendo nel mondo dell’alta finanza dimostra che Stati Uniti e Cina non hanno alcuna intenzione di divorziare. Pechino attira la ricca finanza americana con liberalizzazioni e opportunità sorprendenti, e Wall Street non dimostra nessuna intenzione di rifiutare. Goldman Sachs ha acquisito il 51% del capitale della sua sussidiaria che gestisce titoli cinesi, PayPal ha comprato il 70% di GoPay diventando la prima piattaforma straniera a fornire servizi di pagamento online in Cina, JP Morgan amministrerà una società di futures interamente di sua proprietà con un investimento di un miliardo di dollari. E, sebbene si sia parlato molto di aziende statunitensi che diversificano le loro catene di approvvigionamento, secondo un sondaggio condotto dalla Camera di commercio americana in Cina, più dell’80% delle aziende statunitensi in Cina, non ha nessuna intenzione di spostare la sua produzione fuori dal territorio cinese. Ma c’è dell’altro. I gestori di fondi stranieri hanno acquistato nell’ultimo anno quasi 200 miliardi di dollari di azioni e obbligazioni della Cina continentale. Gli investitori esteri si sono riversati in azioni e obbligazioni cinesi perché i tassi di interesse più elevati stanno rendendo le attività denominate in yuan più attraenti a livello globale. Il confronto tra le obbligazioni cinesi e quelle americane o tedesche, non regge: l’obbligazione a 10 anni del Governo cinese ha un rendimento del 3,16%, l’obbligazione a 10 anni del Tesoro USA offre lo 0,81% e il tasso del bund decennale del governo tedesco è negativo dello 0,62%. L’espansione di Wall Street nelle piazze finanziarie cinesi è una scommessa a lungo termine, e l’interazione tra le due potenze offre vantaggi ad entrambe le parti. La Cina trae vantaggio attirando i capitali stranieri di cui ha bisogno per finanziare le sue società, ancora troppo dipendenti da prestiti bancari interni. La finanza internazionale ottiene in cambio l’opportunità di investire in una grande economia in crescita, con tassi d’interesse più alti che nel resto del mondo, dove sono quasi a zero ormai da tempo. Peraltro, gli investitori internazionali detengono oggi una quota marginale del debito cinese: hanno in portafoglio circa 400 miliardi di dollari rispetto a un mercato che vale circa 16 mila miliardi di dollari. La volontà di inserire le obbligazioni cinesi in modo sempre più crescente all’interno degli indici obbligazionari globali, favorirà un ulteriore incremento della loro quota nell’ambito dei portafogli a livello internazionale, rendendo l’investimento ancora più stabile e liquido. Insomma, le due superpotenze economiche americane e cinesi continuano ad essere fortemente dipendenti.