Israele investe nell’uso medico della cannabis

Il paese ha iniziato a studiare gli effetti della cannabis già agli inizi degli anni sessanta, quando la pianta era ancora vietata in quasi tutto il mondo. Dopo decenni di ricerche e scoperte scientifiche specializzate in chimica e chimica della pianta, oggi Israele è all’avanguardia nella produzione di cannabis per uso medico, grazie anche a una filiera produttiva altamente tecnologica e strettamente regolamentata. Dal 1950/1960, il Professor R. Mechoulam, 90 anni, studia, opera e fa progressi nel campo citato dall’azienda Bazelet di Tel Aviv. Di seguito alcune delle sue idee.
1. Lo sviluppo di trattamenti medici a base di Cannabis può essere fatto solo sulla base di studi clinici. Finora questi test non sono stati sufficientemente sviluppati o supervisionati. L’obiettivo è di cercare di arrivare il più lontano possibile con gli studi clinici.
2. Sarebbe opportuno standardizzare i trattamenti a base di Cannabis. Perché questi trattamenti siano riconosciuti, devono essere standardizzati. Si deve lavorare congiuntamente in tutto il mondo su una standardizzazione universale dei trattamenti.
3. Infine, tutto deve essere fatto per sostenere la ricerca, fondamentale nell’area dei Cannabinoidi: ricerche basate sullo studio del sistema endogeno di Cannabinoidi e di tutte le sue implicazioni per la fisiologia umana.
Nel 2020, con circa 100 startup di cannabis, programmi per attrarre capitali stranieri e partnership tra università e aziende, Israele può essere considerato un leader nel settore grazie alla sua innovazione e ricerca scientifica (insieme agli States) in cannabis regolamentata e disponibile solo su prescrizione medica, ovviamente. Per quel piccolo Paese, potrebbe essere estremamente vantaggioso nel prossimo futuro annabis, investimentiessere protagonista del promettente e attraente mercato globale di riferimento.