Villa Pignatelli, da dimora aristocratica a museo

Villa Pignatelli è una delle case museo più suggestive di Napoli. Situata lungo la Riviera di Chiaia, -il borgo sviluppatosi fuori del perimetro urbano a partire dal XVI secolo-, questa villa monumentale è tra i maggiori esempi di architettura neoclassica in Italia. Fu costruita nel 1826 per volontà del baronetto Sir Ferdinand Richard Acton, che desiderava avere una residenza sontuosa nel Regno Borbonico, dove lavorava come ufficiale. Si narra che non fu facile accontentare i suoi gusti: furono stesi ben 22 progetti con due diversi architetti, prima di riuscire a definire ogni dettaglio della villa. Nel 1841 la villa venne acquistata dal banchiere tedesco Carl Mayer von Rothschild, il quale ebbe un ruolo economico di primissimo piano nel finanziare la spedizione austriaca che rimise sul trono i Borbone nel 1821. Dopo l’unità d’Italia, in seguito all’allontanamento dalla città dei Borbone a cui la famiglia tedesca era molto legata, la villa fu ceduta al principe Diego Aragona Pignatelli Cortés, duca di Monteleone. I Pignatelli furono gli ultimi proprietari della villa, la abitarono dal 1897 al 1955, quando decisero di donarla allo Stato italiano perché venisse trasformata in un museo accessibile a tutti.

Oggi la villa ospita il Museo Principe Diego Aragona Pignatelli Cortés, il Museo delle Carrozze, un incantevole giardino e la Casa della Fotografia.

Museo Principe Diego Aragona Pignatelli Cortés

Considerata la parte più importante della Villa, il Museo deve la sua bellezza alla principessa Rosa Fici dei Duchi di Amafi detta Rosina, moglie del principe Diego e ultima abitante della splendida dimora neoclassica. Fu Rosina a fare della sua residenza uno dei più eleganti luoghi di ritrovo mondani dell’epoca e a scegliere di donarla allo Stato a patto che l’intera casa rimanesse inalterata. Gli ambienti sontuosi della dimora riproducono alla perfezione lo spirito del XIX secolo. Nell’Appartamento reale è possibile visitare la Sala da Ballo, la Biblioteca, la Sala Azzurra, la Sala verde e quella da pranzo. All’interno sono conservati maioliche, argenti, bronzi, porcellane, alcune delle quali realizzate dalla famosa Real Fabbrica di Napoli, smalti, cristalli. Tra le importanti sculture marmoree si possono citare i busti di papa Innocenzo XII Pignatelli e di papa Clemente XI Albani di Domenico Guidi, e quelle bronzee di Vincenzo Gemito. Tra i dipinti, si ricorda in particolare “le Storie della Vergine” di Giovanni Filippo Criscuolo. Nell’importante biblioteca si contano circa 2000 testi librari e 4000 microsolchi di musica classica e lirica.

Museo delle Carrozze

Inaugurato nel 1975 ed aperto al pubblico nel 2014, Il Museo delle Carrozze di Villa Pignatelli, che ha sede nelle ex scuderie della villa, conserva numerose carrozze e calessi di produzione italiana, francese e inglese risalenti all’Ottocento e al Novecento, oltre ad accessori come morsi, finimenti in cuoio e fruste. Da qualche anno sono presenti anche delle postazioni multimediali con schermate di approfondimento.

Il giardino

Villa Pignatelli si trova all’interno dell’omonimo parco in stile inglese progettato da Guglielmo Bechi, con viali alberati, piante “a boschetto” e una grande fontana ad ornamento. Tra le specie di piante e fiori che fanno parte del giardino vi sono le Araucaria excelsa, il Ficus Magnolioides, le Strelitzia Augusta, diversi tipi di Cycadaceae e di palme. Verso la fine del secolo il parco venne abbellito con nuove strutture, come lo Chalet svizzero, la Torretta neogotica e la Serra.

La Casa della Fotografia

Da alcuni anni, le sale poste al primo piano della Villa Pignatelli sono riservate alla presentazione di mostre fotografiche temporanee, anche internazionali a carattere tematico, monografico o collettivo. Qui sono stati presentati nel 2016 anche gli scatti che hanno vinto il prestigioso WordPress Photo di quell’anno. Per questo Villa Pignatelli viene chiamata anche “Casa della fotografia”, uno spazio in cui accogliere manifestazioni ed eventi che favoriscano il confronto e il dibattito sui temi della fotografia. Lo scopo è quello di promuovere la riscoperta di un patrimonio storico ancora poco noto, la conoscenza di autori e tendenze della fotografia contemporanea a livello internazionale, l’approccio alle più moderne tecniche di comunicazione.