Giardino di Ninfa, un secolo di bellezza
In provincia di Latina, al confine tra Norma e Sermoneta, sorge uno dei parchi più belli e più romantici del mondo, il Giardino di Ninfa. Fino al XIII° secolo, Ninfa era una fiorente cittadina: con le sue casette, il suo castello, le sue chiese adagiate lungo il fiume, era un punto strategico per il commercio verso il Sud Italia. Nel 1382 il borgo fu saccheggiato, distrutto, e mai più ricostruito. Solo verso la fine del 1800 la nobile famiglia Caetani, che ne è proprietaria, decise di ritornare su questi possedimenti per ridar loro vita. Furono bonificati gli acquitrini dell’area, eliminate le piante infestanti che coprivano i resti degli edifici medievali, piantati cipressi, lecci e faggi. Fu soprattutto grazie all’intervento di tre donne della famiglia Caetani che il giardino in stile anglosassone acquistò il fascino spontaneo ed emozionale che lo caratterizza ancora oggi. Ada Wilhbraham e Marguerite Chapin, rispettivamente madre e moglie di Roffredo Caetani, introdussero nel parco nuove specie di arbusti e rose e, negli anni Trenta del Novecento, aprirono le porte del giardino al circolo di letterati ed artisti del tempo. Leila Caetani, figlia di Marguerite e pittrice, curò il giardino come se fosse un quadro, accostando colori e forme in base all’indole naturale delle piante e ai loro cambiamenti stagionali, per creare una bellezza naturale, ricca di sentimento e mai razionale.
Il giardino si snoda per otto ettari lungo il fiume Ninfa. Qui, sapientemente accostati come in un dipinto, si trovano le rose, che si arrampicano sui ruderi regalando loro nuova vita, i ciliegi e i meli ornamentali che in primavera fioriscono in maniera spettacolare, le magnolie, le betulle, le iris palustri, gli aceri giapponesi, i glicini, il pino dell’Himalaya, i papiri. L’armonia e la quiete regnano sovrani: ad accompagnare le passeggiate, solo il suono dell’acqua del fiume, che fa crescere rigogliosa la vegetazione. Tra i punti più apprezzati del parco c’è il boschetto di bambù, che cresce fino a 15 cm al giorno e incanta con la sua unicità; c’è la stanza di luce, l’antica dogana del ‘300 particolarmente cara a poeti e scrittori come Virginia Woolf, Gabriele D’Annunzio e Giuseppe Ungaretti, che amavano fermarsi proprio in quel luogo per trarre ispirazione per i loro scritti; c’è lo scorcio del Ponte a due luci, dove la bellezza degli alberi fioriti si specchia nel fiume per un paesaggio tra i più suggestivi. Oltre alle 1300 specie di piante provenienti da tutto il mondo, nel parco trovano casa anche 100 specie di uccelli: ci sono cigni, rapaci come il Falco Pellegrino e il Barbagianni, e diverse specie di trampolieri come l’Airone Cenerino. Per preservare la sua bellezza, la sua biodiversità e l’equilibrio ambientale, vengono organizzate solo visite guidate durante i weekend, ma la magia di questo luogo merita assolutamente una visita. Per info: www.giardinodininfa.eu.