AILL: Tinder per l’ufficio

In Giappone è nato “Tinder per l’ufficio” e in pochi mesi è già stato scelto da 800 aziende nipponiche. Lo ha lanciato China Toyoshima, una giovane manager giapponese che nel 2020 è stata premiata per aver creato e messo sul mercato un servizio di intelligenza artificiale in grado di migliorare la qualità delle comunicazioni tra colleghi, inizialmente con lo scopo di aumentarne capacità produttive e di vendita.

Evidentemente lo strumento era quello giusto, ma il posizionamento no: AILL (questo il nome dell’azienda e della sua app) doveva servire sì alle aziende e alla produttività delle persone, ma l’obiettivo ultimo a latere era un altro, quello della felicità. E così è stato: in un Paese sempre più preoccupato per il proprio tasso di fertilità (1,36 figli per donna, comunque più alto dell’1,27 italiano), le aziende hanno da tempo studiato e intuito che persone iper stressate producono meno e peggio, e la pandemia ha aumentato la preoccupazione per l’isolamento dei lavoratori. Questa non è una novità: in modo più costoso e apparentemente meno efficace, molte aziende erano già entrate in campo sentimentale inserendo tra i welfare benefit le agenzie matrimoniali. “AILL Goen” costa solo 48 euro al mese e sfrutta big data e intelligenza artificiale per superare i molti ostacoli che una relazione in erba può incontrare.

D’altra parte, dando un’occhiata a cosa succede nel mondo, non dappertutto – in Occidente- le relazioni amorose tra colleghi sono benvenute. Dagli States è arrivata la conferma delle dimissioni del presidente della Cnn Jeff Zucker, che aveva nascosto la sua storia d’amore con Allison Gollust, “la sua più stretta collaboratrice”. Cinquantasei anni e da nove alla guida di tutti i notiziari più importanti, Zucker è stato uno degli uomini più potenti della televisione americana. Le politiche aziendali anglosassoni sui rapporti con i colleghi non risparmiano nemmeno il top management e spesso vengono richieste le dimissioni. C’è da ricordare, però, che spesso si tratta di secondi matrimoni/relazioni extra – coniugali nate sul posto di lavoro.

Ma non è così nell’estremo Est del mondo. Tradizione e innovazione, sogno e pragmaticità sono elementi propri del fascinoso popolo del Sol Levante: da tempo si sono accorti della problematica del rapporto tra vita e lavoro, così come da tempo hanno riconosciuto il conflitto tra l’aspirazione al successo che controlla la vita di alcuni e il ritrovamento di un concetto di tempo adeguato, dedicato alla famiglia. Per questo, l’adozione di uno strumento che rompe il rigido confine vita e lavoro potrebbe essere una buona notizia dal punto di vista culturale: libera delle possibilità che erano già lì; le veste di ufficialità. La cattiva notizia? Stiamo sempre più scegliendo di affidare a un’intelligenza artificiale la responsabilità di intuire che cosa funziona e che cosa no: artificiale per definizione, non farà che rafforzare ciò che è già noto, togliendoci la possibilità della scoperta…dell’inaspettato vitale.