[:it]Dichiarazioni Irpef: crescono i redditi…da pensione[:]

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Piu pensioni e meno stipendi tra il 2006 e il 2016

Pubblicate, dal Dipartimento delle Finanze, le tabelle delle dichiarazioni Irpef dello scorso anno. Il quadro che emerge è allarmante: negli ultimi dieci anni i redditi da pensione sono cresciuti quasi quattro volte più di quelli da lavoro. Complice la crisi economica

È di qualche giorno fa la pubblicazione, da parte del Dipartimento delle Finanze, delle statistiche sulle dichiarazioni Irpef relative allo scorso anno. I dati, messi a confronto con quelli degli ultimi dieci anni, dipingono un’ Italia sempre più vecchia e fortemente provata dalla crisi, ma che sta cercando di rialzarsi. Il Sole 24Ore ne fa una approfondita analisi. Ecco quanto emerge.
In Italia il 35,78% dei cittadini che lo scorso anno ha dichiarato un reddito, lo ha guadagnato grazie ad una pensione. Fra il 2006 e 2016 i redditi da pensione sono aumentati del 31,6 %, mentre i redditi da lavoro dipendente hanno registrato un + 8,1 %. Se si calcola che, secondo i dati Istat, l’inflazione generale del periodo è stata dell’ 11,49%, se ne deduce che il reddito medio dichiarato da lavoro dipendente si è fermato ben al di sotto di tale percentuale, mentre il reddito da pensione si è quasi triplicato. Il reddito di un pensionato medio nel 2006 era il 68,2% di quello di un dipendente, mentre nel 2016 risultava salito a oltre l’83%.

Il maggiore peso assunto dalle pensioni sui redditi Irpef, la dice lunga sul passato e sul futuro del nostro Bel Paese. In particolare sembra evidente come gli anni della congiuntura economica abbiano molto penalizzato i lavoratori dipendenti e i loro redditi. Le pensioni, al contrario, sono state oggetto di maggiori provvedimenti di tutela da parte delle Istituzioni.

Secondo l’analisi de Il Sole 24Ore, sono tre i motivi per i quali negli ultimi dieci anni le pensioni sono cresciute più degli stipendi.

È stato posto un freno all’indicizzazione degli assegni previdenziali tale da consentire alle pensioni di beneficiare di forme di aggancio all’inflazione che, invece, non hanno riguardato gli stipendi.

In seguito alla Legge Fornero, i requisiti di anzianità per l’uscita dal mondo del lavoro si sono alzati e, con essi, anche il monte contributivo. Ciò ha ridotto la platea dei pensionatie ha fatto aumentare l’importo erogato al momento della pensione.

Nel tentativo di salvare molti posti di lavoro, negli ultimi anni sono stati adottate misure di ammortizzazione sociale quali la “solidarietà”, riduzione di orario e stipendio, e la cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Tali misure hanno tagliato una buona fetta delle buste paga dei lavoratori dipendenti.

Il concorrere di questi fattori ha fatto si che, negli ultimi dieci anni, gli stipendi medi degli italiani si sono ridotti, mentre gli assegni pensionistici sono aumentati.

Se si esamina il trend degli ultimi 4 anni, comunque, i dati offrono qualche segnale di ripresa. Stando a Il Sole 24Ore, “dopo gli anni più bui fra 2009 e 2012, il numero dei contribuenti che ha dichiarato un reddito da lavoro dipendente è tornato a crescere, con un saldo che fra inizio e fine del decennio ha allargato i confini del 6,5 per cento. Anche questo ha aiutato a far crescere il monte dei guadagni, che nel 2016 è arrivato a 438,2 miliardi con un aumento nominale del 15,1% rispetto a dieci anni prima”.

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