[:it]Partita Iva: Flat Tax al 15% è già realtà[:]

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665 mila piccole partite Iva hanno già un’ imposta pari al 15%

Sono sempre di più i contribuenti che usufruiscono di un regime fiscale agevolato: 665mila partite Iva che, rientrando nei limiti dei ricavi fissati dall’Agenzia delle Entrate, godono della tanto desiderata Flat Tax

È stato argomento di dibattito dell’ ultima campagna elettorale, col centrodestra che ne ha fatto il fiore all’ occhiello della propria politica. Criticata da molti, voluta da tutti i contribuenti: la Flat Tax, ossia la “tassa piatta” per tutti, con un’aliquota tra il 15 e il 23 per cento, è già realtà! Non serve attendere la formazione del nuovo governo e la realizzazione delle promesse elettorali; secondo le dichiarazioni dei redditi 2017, riferite all’anno 2016, circa 665 mila contribuenti hanno aderito al regime forfettario del 15%.

Tale regime forfettario è riservato alle piccole partite Iva, con ricavi entro determinati limiti, differenziati per codice di attività (Ateco). Al contribuente forfettario viene applicata un’aliquota unica, pari al 15% del reddito imponibile, calcolato mediante l’applicazione di specifici coefficienti di redditività. Tale imposta va a sostituire tutte le altre, dall’Irpef all’Iva, senza dimenticare l’Irap.

I cambiamenti apportati dalla legge di bilancio 2016 hanno avuto grande successo. Grazie all’ aumento del limite dei ricavi di accesso per tutte le categorie di attività, oltre oltre 483mila contribuenti, tra professionisti e piccoli imprenditori, hanno aderito al regime forfettario del 15%: una crescita triplicata rispetto a quella registrata nel 2015. A questi si sono aggiunti altri 185mila contribuenti che hanno aperto una partita Iva a inizio 2017 e hanno scelto il regime forfettario. Sconto ancora maggiore per le start up, per cui è stata ideata una “particolare flat tax” ridotta dal 15% al 5%.

I forfettari non godono solo di un’agevolazione fiscale, ma anche di una semplificazione della burocrazia e degli adempimenti tributari che gravano sui proprietari di partita Iva. Ad esempio non dovranno trasmettere all’Agenzia delle Entrate dati e fatture per lo spesometro, e non avranno neanche l’obbligo di invio della fattura elettronica tra privati, che entrerà in vigore dal prossimo anno.

I contro di tanti vantaggi? Un incentivo talmente grande che, nel mondo di oggi, caratterizzato dai freelancer, ha favorito, a volte, un self-employment improvvisato, privo di competenza e conoscenza, con conseguenze sulla qualità dei prodotti sul mercato e sui prezzi. Al contempo la soglia fissata ai 30mila euro di fatturato frena la crescita di tante imprese che avrebbero un grande potenziale, ma che sono spaventate dal brusco aumento dell’imposizione fiscale.[:]