[:it]Fmi: ridurre il debito pubblico è la priorità dell’Italia[:]

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La to-do-list del Fondo Monetario Internazionale

Direttamente da Washington la lista delle cose da fare in Italia nei prossimi anni. A stilarla è il Fondo Monetario Internazionale che, durante gli Spring Meetings degli scorsi giorni, ha indicato con chiarezza quali sono le priorità su cui l’Italia deve concentrare la sua attenzione

Nulla di nuovo sotto il sole: anche per i prossimi anni l’obiettivo dell’Italia sarà quello di ridurre il debito pubblico. A raccomandarlo questa volta è il Fondo Monetario Internazionale.
Nel suo Fiscal Monitor, il rapporto pubblicato nell’ambito degli Spring Meetings di Washington, l’Istituto guidato da Christine Lagarde raccomanda: “la priorità dovrebbe essere l’avvio di un consolidamento fiscale credibile e ambizioso per porre il debito su un solido percorso discendente” e “con la giusta tempistica“.

Dettagliati i suggerimenti dati all’Italia per gestire al meglio i conti pubblici e far sì che il debito si riduca: occorre da un lato “aumentare le spese di capitale, spostare la tassazione verso i ricchi e le proprietà e ampliare la base imponibile”, dall’altro “espandere la forza lavoro, aumentare l’accesso alla formazione professionale e incrementare il tasso di partecipazione della componente femminile”.
Una proposta, quella dell’Fmi, che replica quella dell’Ocse, almeno per quanto riguarda la patrimoniale. Era stata proprio l’Istituzione con sede a Parigi, pochi giorni fa, infatti, a suggerire la patrimoniale come via per ridurre le disuguaglianze in Italia.

Incoraggianti le stime del Fmi in merito al rapporto debito/Pil in Italia tra il 2018 e il 2022: scenderà al 129,7% nel 2018 per poi portarsi al 127,5% nel 2019 e al 116,6% nel 2023. Il rapporto deficit/Pil si prevede scenderà all’1,6% quest’anno e allo 0,9% il prossimo, fino al raggiungimento del pareggio fissato al 2021. Per il Fondo Monetario, il nostro Paese sarà l’unico a vantare un pareggio tra le principali economie dell’Eurozona, fatta eccezione della Germania che continuerà a vantare un avanzo.

La spesa pubblica invece si ridurrà al 48,2% quest’anno per poi risalire al 48,4% il prossimo e le entrate passeranno dal 46,7 al 47,5%.

L’Fmi ha anche rivolto la sua attenzione ai rischi che corre la stabilità finanziaria mondiale: “i rischi di breve termine alla stabilità finanziaria sono cresciuti e i rischi nel medio termine continuano a essere elevati. Le vulnerabilità finanziarie, che si sono accumulate durante anni di tassi e volatilità estremamente bassi, potrebbero rendere accidentata la strada andando avanti e potrebbero mettere a rischio la crescita“. Nel suo Global Financial Stability Report, l’Istituto aggiunge che nelle economie avanzate, “lo slancio forte della crescita e lo stabilizzarsi dell’inflazione hanno fatto venire meno una sfida chiave per le banche centrali: mantenere accomodante la politica monetaria e allo stesso tempo fare i conti con le vulnerabilità finanziare di medio termine”. È per questo che il Fondo Monetario Internazionale raccomanda alle banche centrali di “continuare a normalizzare gradualmente la loro politica monetaria e comunicare le loro decisioni in modo chiaro per sostenere la ripresa dell’economia” perché un rialzo dei tassi e una maggiore volatilità non sono da escludere.

Il direttore generale del Fmi Christine Lagarde, infine, ha parlato di criptovalute affermando che, nonostante ”non pongano un rischio immediato” alla stabilità finanziaria, le autorità devono rimanere vigili perché “potrebbero comportare rischi maggiori in futuro“.[:]