[:it]Germania: i robot non ci portano via il lavoro[:]

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Nell’industria 4.0 c’è posto per robot e umani

Secondo uno studio tedesco, negli ultimi anni l’occupazione in Germania è cresciuta grazie all’impiego della tecnologia robotica

Pepper sta facendo esperienza come commesso in un negozio del Giappone, Vera è stato assunto da Ikea per fare colloqui di lavoro e Hunova lavora già da un anno come fisioterapista. I robot sono fra noi e sempre più lo saranno. Ci hanno già sostituito in molte fasi del lavoro manuale e, stando agli esperti di intelligenza artificiale, presto ci sostituiranno in molte altre.

La robotica, resa sempre più sofisticata dal progresso dell’intelligenza artificiale, è uno dei pilastri dell’Industria 4.0: la quarta rivoluzione industriale della storia, oggi in atto ed ormai inarrestabile.
E così in molti immaginano un futuro spettrale: milioni di robot prenderanno il posto degli umani, distruggendo i nostri posti di lavoro. Eppure, dati statistici alla mano, al momento in Germania sta accadendo esattamente il contrario.

Secondo uno studio condotto dal Centro per la ricerca economica europea (Zew) di Mannheim, in Germania, e commissionato dal Ministero per l’istruzione e la ricerca tedesco, le aziende tedesche che hanno abbracciato l’industria 4.0, dal 2011 al 2016 hanno visto crescere l’occupazione dello 0,2% all’anno.
La Germania è in piena rivoluzione industriale: il 33,9% delle industrie già utilizza tecnologie 4.0 quali Iot, big data, robotica, mentre il 17,6% dichiara che l’utilizzo di tecnologia 4.0 è parte centrale del modello industriale seguito dall’azienda. Il 2,1% delle aziende, inoltre, ha già programmato la sua rivoluzione digitale della produzione e un altro 15% che ci sta pensando.
Circa un terzo delle aziende tedesche, dunque, ha già completato la transizione all’industria 4.0, soprattutto in settori come marketing, comunicazione e produzione industriale.

Con quali conseguenze?
“Nonostante queste tecnologie abbiano un effetto di sostituzione di molti lavori , finora però hanno creato nuova occupazione in misura maggiore di quella che hanno sostituito. L’effetto complessivo è infatti leggermente positivo“, spiega Melanie Arntz, a capo del dipartimento di ricerca sul lavoro di Zew. Anche se alcuni lavori di routine sono scomparsi, infatti, si sono aperte posizioni nello sviluppo di software ed è aumentata la richiesta di programmatori ed esperti di dati. Nel complesso, fra tagli e nuove assunzioni si è registrato un aumento dei posti di lavoro dello 0,2 % all’anno.
Gli investimenti in tecnologia hanno prodotto alla fine un saldo positivo dell’occupazione dell’1% in 5 anni. Le previsioni per i prossimi anni sono tutte in positivo: con una adeguata formazione e aggiornamento dei lavoratori più coinvolti dall’impatto delle nuove tecnologie, tra il 2016 e il 2021 il tasso di crescita dei nuovi lavori potrebbe crescere a un ritmo doppio all’anno, con un +0,4%.[:]