[:it]Investimenti in oro: i vantaggi fiscali[:]

[:it]

Investire nel metallo giallo conviene, anche dal punto di vista fiscale

Protagonista indiscusso dell’economia mondiale di tutti i tempi, l’oro è una soluzione di investimento interessante, anche dal punto di vista fiscale

Monete virtuali, obbligazioni, titoli di stato, azioni, fondi comuni, denaro…sono tante le parole che compongono lo scenario dell’economia mondiale. Eppure il protagonista indiscusso, l’emblematica immagine della ricchezza, rimane lui. L’oro.

Considerato il bene rifugio per eccellenza, l’oro è una delle scelte di investimento più diffuse tra chi è alla ricerca di un modo sicuro e profittevole per far fruttare i propri risparmi. “La gente tende a rivolgersi all’oro in tempi di crisi e oggi siamo pieni di crisi“, sostiene l’imprenditore e politico egiziano Sawiris, che ha di recente investito sul metallo prezioso metà della sua ricchezza personale, stimata in 5,7 miliardi di dollari.

A causa della sua bassa volatilità, l’oro è una soluzione di investimento a cui guardare nel lungo termine. Non esiste un solo modo per investire in oro: c’è chi preferisce acquistare oro fisico e chi è più favorevole ad acquistare la materia prima sui mercati finanziari.
Investire in oro fisico vuol dire acquistare monete o lingotti. Si tratta di oro puro, di svariati pesi e misure; da depositare a casa, con conseguente risparmio sui costi di custodia e assicurazione, o in Banca, con costi maggiori ma al riparo da rischi in caso di furto.
Investire in Etf o Etc sull’oro vuol dire acquistare uno strumento finanziario il cui valore replica l’andamento stesso dell’oro. Così, senza doverne possedere nessuna quantità, sarà possibile guadagnare denaro sulla base dell’andamento del suo prezzo. È bene ricordare però che l’oro, come quasi tutte le materie prime, è quotato in dollari. Di conseguenza le quotazioni di questa materia prima subiranno anche gli effetti dell’andamento del cambio EUR/USD.

Investire in oro presenta innegabili vantaggi dal punto di vista fiscale.
Nel caso di acquisto fisico, le plusuvalenze derivanti dalla cessione saranno qualificabili come redditi diversi, in base all’articolo 67 del Tuir. La tassazione quindi seguirà quella prevista dagli scaglioni di reddito Irpef vigenti nel momento in cui si realizza il provento da investimento, o plusvalenza. Gli scaglioni di reddito e la relativa aliquota, vanno dal 23%, per lo scaglione da 0 a 15.000 euro, al 43%, per lo scaglione di reddito superiore a 75 000 euro.

Nel caso invece di acquisto di oro tramite strumenti finanziari, si pagherà un’imposta del 20% sulle plusvalenze, ossia sulla rivalutazione del valore dell’oro tra momento di acquisto e momento di vendita. Qualora dovessero verificarsi perdite di valore nella quotazione rispetto al momento di acquisto, le minusvalenze sono compensate con le plusvalenze realizzate nell’esercizio e nei quattro successivi.

Da un’analisi dell’articolo 67 del Tiur, sembrerebbero esclusi dalla tassazione le plusvalenze sui metalli, anche se preziosi, diversi da platino, palladio, oro e argento. Escluso da tassazione anche l’oro usato, purché non grezzo, e i prodotti di oreficeria o gioielleria.

Nel caso di oro industriale o allo stato grezzo avente finalità di investimento, la tassazione è al 26%.[:]