[:it]Irpef: ceto medio sempre più penalizzato dal fisco[:]

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Il 12% dei contribuenti paga oltre il 57% dell’imposta Irpef

Più della metà del carico fiscale Irpef grava su poco più del 10% degli italiani. I più tassati? I redditi medio-alti di pensionati, imprenditori e dipendenti

A pagare le tasse in Italia si sa, sono in pochi. E il motivo non è l’evasione. A causa di un sistema fiscale che avvantaggia in maniera fin troppo generosa i redditi bassi e che finisce col pesare maggiormente sui contribuenti con redditi superiori, più della metà del carico fiscale Irpef grava su poco più del 10% degli italiani. I più tassati? I redditi medio-alti di pensionati, imprenditori e dipendenti.

È ciò che emerge dall’indagine conoscitiva ‘Dichiarazione dei redditi ai fini Irpef 2016 per importi, tipologia di contribuenti e territori e analisi Irap‘, realizzata da Itinerari Previdenziali e sostenuta da Cida, la Confederazione dei manager e delle alte professionalità.

Secondo i dati pubblicati dal centro studi diretto da Alberto Brambilla, il 44,92% degli italiani paga soltanto il 2,82% di Irpef. I graziati dal fisco sono i contribuenti che rientrano nelle soglie di reddito comprese tra gli 0 e i 7.500 euro e tra i 7.501 e i 15.000 euro annui. I primi pagano 41 euro di Irpef, i secondi ne pagano 496. Si tratta di cifre irrisorie, se si pensa che non sono sufficienti neppure a coprire la spesa sanitaria, pari a 1.857 euro pro capite.

Ci sono poi gli italiani con redditi compresi tra i 15.000 e i 20.000 euro, per i quali l’Irpef annua pari a 2.003 euro, sfiorando appena la spesa sanitaria pro capite.

C’è infine un esiguo 12% dei contribuenti che versa allo Stato ben il 57% dell’Irpef complessiva, un 12% composto da contribuenti che dichiarano redditi dai 35mila ai 300mila euro annui. Contribuenti appartenenti a fasce medio-alte, ma perlopiù non benestanti: chi ha un lordo di 35.000 euro porta a casa uno stipendio netto pari a circa 1.700 euro al mese (la retribuzione di un lavoratore dopo anni di specializzazione, avanzamenti di carriera e formazione).

“I dati illustrati” ha commentato il presidente della Cida, Giorgio Ambrogioni, “dimostrano come troppo pochi paghino le tasse; da un lato, è cresciuta l’area dell’esenzione e delle agevolazioni fiscali legate al reddito, spesso motivate da clientele e favoritismi elettorali, e dall’altro sono aumentate evasione ed elusione fiscale. È evidente che, stando così le cose, le risorse per il welfare ‘allargato’ sono sempre meno e finiscono con l’essere prelevate in misura crescente laddove è più facile reperirle. Un sistema ormai perverso, che non solo ‘incentiva’ a dichiarare il meno possibile per versare meno tasse e godere di una più vasta offerta di servizi sociali legati al reddito, ma che colpisce in modo progressivo, con l’attuale curva degli scaglioni, stipendi e pensioni medio-alte”.

L’effetto è l’impoverimento della classe media, con un conseguente disincentivo al lavoro e al guadagno.[:]