Sharing economy: l’affitto è di tendenza

L’economia della condivisione che rivoluziona il concetto di proprietà

L’utilizzo temporaneo di beni è una presenza sempre più importante nel nostro quotidiano. La sharing economy abbatte i limiti della proprietà privata

Non più solo automobili e smartphone. Ma anche attrezzi per la manutenzione di casa e giardino, elettrodomestici, attrezzature sportive, articoli per l’infanzia e persino mobili. L’utilizzo temporaneo di beni è una presenza sempre più importante nel nostro quotidiano e nelle nostre scelte di vita. Un fenomeno culturale che dal 2015 ha un nome proprio: sharing economy, o “economia della condivisione”.

Si tratta di una tendenza che rivoluziona il tradizionale concetto di proprietà privata: possedere un bene non è più visto come un privilegio, ma piuttosto come una limitazione dell’esperienza di consumo. Condividere temporaneamente beni e servizi senza doverli acquistare, permette di sperimentare, di essere sempre al passo con i tempi, di non fare rinunce. Il tutto, senza impegnare un capitale. È per questo che la sharing economy piace, soprattutto alle nuove generazioni: è il modo per avere tanto, senza in realtà possedere nulla.

La sharing economy si regge su basi solide: grazie all’ubiquità degli smartphone e alla diffusione di apposite applicazioni, la città si trasforma in una grande comunità. Una comunità in cui si può agevolmente noleggiare la propria auto, il proprio appartamento, la propria bicicletta o persino la propria rete wifi quando non li si utilizzano, mettendo in piedi una sorta di grande economia di vicinato basata sulla condivisione di beni sottoutilizzati.

Anche i più grandi colossi dell’economia si stanno adeguando a questa nuova tendenza: le offerte di sharing dai Big delle vendite sono già arrivate.

Il colosso del mobile, Ikea, ha avviato in alcuni Paesi il test di un nuovo modello di business che prevede la possibilità di noleggiare i mobili: “sperimenteremo nuove occasioni di riuso dei nostri prodotti, promuovendo delle attività dedicate al tema del second hand”, spiega Alessandro Aquilio, country sustainability manager di Ikea Italia.

Le opportunità di noleggio riguardano anche il mondo dell’arte. Negli ultimi anni sono nati numerosi servizi di art rent che permettono di noleggiare opere, quadri e oggetti di valore per arredare o valorizzare uno spazio lavorativo. Naturalmente a tempo determinato. Con la possibilità di acquistare o cambiare l’arredamento in qualsiasi momento, senza rimetterci un patrimonio.

La stretta attorno alle emissioni delle auto e i blocchi del traffico, hanno accelerato notevolmente il trend del car sharing: l’auto esce dal concetto tradizionale della proprietà per entrare nelle nuove opportunità del noleggio. Secondo l’Aniasa, l’associazione di Confindustria che rappresenta il settore dei servizi di mobilità, oltre 30mila italiani hanno abbandonato la vettura di proprietà per affidarsi alla formula “tutto incluso”, ottenendo i vantaggi dei servizi accessori o della manutenzione a fronte di un costo fisso. Hashtager.it offre la possibilità di noleggio veicoli con un totale rimborso del canone mensile.

Anche vestiti e accessori sono pronti a entrare ufficialmente nell’ormai più che vasta galassia della sharing economy. La popolare catena di negozi americana Urban Outfitters ha annunciato l’imminente lancio sul mercato statunitense di un innovativo servizio pensato appositamente per le sue clienti: si chiamerà Nuuly e permetterà di noleggiare una serie di capi per un mese, pagandoli complessivamente circa il 10% del loro prezzo di listino in negozio.

“Siamo di fronte a un cambio epocale nelle abitudini di consumo” commenta Nadia Olivero, economista dell’università Milano Bicocca. “C’è un’attitudine maggiore rispetto al passato. I consumatori sono attratti dalla possibilità di rinnovare continuamente senza indebitarsi per acquistare qualcosa che nel frattempo potrebbe non piacere più e divenire un peso”.