200 miliardi di euro nascosti in caveaux super blindati

Il tesoro delle cassette di sicurezza

Occhi puntati sulle cassette di sicurezza degli italiani. Come funzionano? Sono davvero così sicure?

Nel buio di milioni di ‘cofanetti’ custoditi nei caveaux delle banche e di società specializzate, si nasconde un tesoro da circa 200 miliardi di euro. Gioielli di famiglia, monete da collezione, lingotti d’oro, documenti importanti e denaro contante: nei piccoli box blindati, al riparo da occhi indiscreti, ci sono enormi ricchezze.

Tra il 2010 e il 2014, secondo le elaborazioni della Corte dei conti su dati dell’Agenzia delle entrate, erano state aperte in Italia circa 3,4 milioni di cassette di sicurezza. Numero, questo, che secondo altre stime potrebbe aggirarsi oggi intorno ai 5 milioni. Quanto all’entità del ‘malloppo’ la quantificazione più precisa era stata ipotizzata dal procuratore capo di Milano, Francesco Greco, che nel 2017 aveva quantificato in circa 200 miliardi il denaro nascosto nelle cassette di sicurezza.

Il mondo delle cassette di sicurezza detenute dagli italiani è di recente finito sotto i riflettori in seguito alle dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini: “ci sono miliardi di euro di denaro contante presenti in Italia e oggi non circolante. Li teniamo nascosti o facciamo in modo che emergano?

Cassette di sicurezza: cosa sono

Si tratta di un servizio di custodia che gli istituti di credito e le società specializzate offrono ai propri clienti e che consente di custodire, all’interno di una vera e propria cassetta, valori, documenti o oggetti preziosi. Le dimensioni delle cassette variano da 10 a 15.000 decimetri cubi.

Possedere una cassetta di sicurezza non è così difficile, né costoso. Si paga una sorta di “affitto” alla banca che varia da 50 a 500 euro l’anno e si sottoscrive un contratto di riservatezza con l’isitituto di credito.

Il titolare della cassetta di sicurezza è il solo ad avere la chiave di quel piccolo box blindato in cui può mettere di tutto. L’accesso al servizio viene di norma effettuato in stanze blindate, a volte presenti nel caveau delle banche, all’interno delle quali il cliente viene lasciato solo per effettuare in piena privacy le operazioni di immissione o di estrazione di oggetti e valori dalla cassetta.

Cassette di sicurezza: le garanzie

Nel momento in cui si sottoscrive un contratto per l’utilizzo di una cassetta di sicurezza, non si è tenuti a dichiararne il contenuto; né si dovrà effettuare alcun tipo di dichiarazione in caso di successivi depositi di beni, documenti, contanti o altro. Il sistema consente quindi un elevato grado di anonimato.

Le nuove normative antiriciclaggio, comunque, impongono alle banche di dichiarare i nomi di coloro che hanno stipulato un servizio di questo tipo. Quindi l’anonimato vale per il contenuto, ma l’Agenzia delle Entrate conosce chi possiede una cassetta di sicurezza. Il Fisco può ottenere in qualsiasi momento l’autorizzazione di un giudice ad effettuare un controllo sul contenuto della stessa. L’anonimato dunque va considerato come relativo, non assoluto. Inoltre, se si vuole ottenere un contratto assicurativo contro il rischio di eventuali furti, si è tenuti a dichiarare il valore massimo dei beni depositati.