La storia di Alberto Bombassei

Cambiano le automobili, si progettano addirittura auto senza autista, ma gomme e freni quelli rimangono. E il re dei freni per auto, non solo in Italia, è Alberto Bombassei. Suo padre aveva fondato nel 1961 una piccola fabbrica di progettazione e produzione di sistemi frenanti, la “Officine meccaniche di Sombreno”, a Paladina, nella Valle Brembana, investendo così i denari della liquidazione da ex direttore di un’azienda meccanica. Un capannone con una ventina di dipendenti e tanta difficoltà a proporsi alle case automobilistiche. La svolta dell’azienda, che prese il nome di “Brembo Spa”, arrivò nel 1964 quando iniziò a produrre freni a disco per l’Alfa Romeo. Fino ad allora nessuno in Italia produceva freni a disco. Il caso aiutò la Brembo che faceva dei lavori per l’Alfa: un camion dell’Alfa con un carico di freni a disco uscì di strada rovinando i freni, prodotti dagli inglesi. L’Alfa chiese alla Brembo di ripararli, ma l’azienda bergamasca si propose per costruirne di nuovi. Il prodotto italiano era così buono che iniziò ad essere adottato dall’Alfa e poi via via da tante case automobilistiche italiane internazionali. Brembo divenne rapidamente azienda leader in Europa nel campo dei sistemi a disco nelle motociclette, per poi ricevere un riconoscimento planetario della sua qualità tecnologica nel 1975, quando diventò fornitore della Ferrari. Oggi la Brembo produce pinze e freni per quasi tutti i team di F1 e del Moto Mondiale. Ed è una realtà internazionale: opera in tre continenti e dispone di siti produttivi in 14 Paesi (Stati Uniti, Messico, Cina, Europa) occupa più di diecimila dipendenti di cui 3.223 in Italia. La Cina rappresenta uno dei mercati più interessanti per Brembo: nel 2015 ha rilevato per 86 milioni il controllo di Asimco Meilian Braking Systems, produttore cinese di freni a disco e nel 2018 ha realizzato uno stabilimento in Cina, a Nanchino, con un investimento di 100 milioni di euro. Nato nel 1940 a Vicenza, Alberto Bombassei si era diplomato all’istituto tecnico Esperia, avrebbe voluto diventare architetto, ma il padre lo volle subito con sé in azienda. Nel 1964 Alberto Bombassei era già Direttore commerciale della Brembo, nel 1976 Direttore generale, nel 1984 Amministratore delegato, nel 1993 Presidente. È stato Vice Presidente di Confindustria e Deputato al Parlamento, eletto nelle liste di “Scelta Civica” di Mario Monti. Bombassei è un convinto assertore delle nuove tecnologie. Passando in autostrada tra Bergamo e Milano è possibile scorgere quella che è una delle sue più famose creature: il Parco tecnologico Kilometro Rosso. È un centro di ricerca interamente privato che vede insediate circa cinquanta aziende, con 1.600 ricercatori, tecnici e addetti, e 45 laboratori di ricerca. Kilometro Rosso offre servizi a valore aggiunto per aggregare imprese dalla forte propensione innovativa, istituzioni scientifiche e centri di ricerca. Il principio che anima la struttura è la open innovation: la condivisione delle attività di ricerca e innovazione per ottimizzarne i risultati ed essere competitivi. Bombassei crede tanto nelle nuove tecnologie da avere inserito in Brembo centinaia di robot, senza licenziare nessuno. “È un luogo comune pensare che il robot tolga occupazione – ha spiegato Alberto Bombassei – il robot richiede gente che lo sappia gestire e sposta occupazione. Chi non è specializzato farà lavori più semplici, mentre l’operaio che va al corso serale di meccatronica si evolve e compete”.