StockX: il business milionario del reselling
Tutto è iniziato con un paio di sneaker. Oggi StockX vale 3,8 miliardi di dollari ed è impossibile, per gli sneakerhead, pensare al mondo prima del suo avvento sul web. Terra promessa di chi cerca i pezzi più rari di scarpe e accessori, il marketplace di compravendita più popolare al mondo nasce nel 2016, da un’idea dello startupper e grande collezionista di scarpe da ginnastica, Josh Luber, e del patron della squadra di basket Cleveland Cavaliers, Dan Gilbert. Il gigante del reselling, che serve oltre 200 milioni di utenti in 200 paesi del mondo, è ufficialmente la Borsa Valori non solo di sneaker, ma anche di abbigliamento street, elettronica, borse, carte da gioco, fumetti, opere d’arte.
StockX è stato definito il “primo mercato azionario per beni di consumo”. La piattaforma, infatti, mette direttamente in contatto venditori e acquirenti con gli stessi metodi trasparenti e anonimi usati in Borsa, permettendo di fare transazioni “bid and ask” usando la logica del mercato azionario. Qualcosa che non esiste ancora in nessun altro marketplace. Il Ceo di StockX, Scott Cutler, ne spiega il funzionamento: “Se tu provassi a cercare un prodotto su eBay, un paio di sneaker o una borsa, in sostanza qualcosa che vorresti acquistare, potenzialmente potresti ottenere 2.000 risultati per quel prodotto e tu, in quanto consumatore, dovresti raccapezzarti tra tutti quei risultati e capire se comprare l’uno piuttosto che l’altro. E ti chiederesti “Perché il prezzo è diverso?”, “Perché questo ha più recensioni?”, “Perché quest’altro ha più immagini?”. Ma prova a confrontare questo con l’acquisto di azioni Nike alla Borsa di New York. Se decidi di comprare delle azioni Nike ci saranno migliaia di persone che ti dicono “Compra le mie azioni Nike”? No, c’è un ticker azionario per Nike e ogni transazione bid and ask è stata fatta nello stesso posto. Esiste quindi un solo prezzo di mercato per l’azione Nike e sai esattamente quanto la pagherai. Allo stesso modo su StockX, c’è una sola opzione per prodotto e c’è un solo prezzo che possiamo far emergere raggruppando tutto, nello stesso modo in cui funziona il mercato azionario. E fondamentalmente questa è un’esperienza unica con i beni di consumo”.
Secondo una ricerca condotta dalla piattaforma di reselling, dal 2016 ad oggi la richiesta di scarpe sportive con fondo gomma è crescita del 1500%, tanto che ogni quattro ore su StockX si vendono lo stesso numero di paia commercializzate in tutto il 2016. La parola reselling non deve però trarre in inganno: chi acquisita un paio di scarpe su StockX acquista un prodotto nuovo, spesso in edizione limitata, che solo pochi fortunati sono riusciti ad avere. C’è chi compra per il piacere di mettere ai piedi qualcosa di esclusivo, chi invece tratta le sneaker come un pacchetto di azioni da cui trarre profitto. Il 37% dei clienti di StockX fa acquisti per investimento, una percentuale che sale al 48% quando si parla di pezzi di abbigliamento.
Ma quali sono i modelli più cercati e venduti in Italia? Se Jordan, Nike e Adidas continuano a dominare la categoria footwear, la vendita di sneaker firmate come le Louis Vuitton (+ 440%) e Alexander McQueen (+ 370%) ha registrato una rapidissima crescita su base annua. “Anche Birkenstock (+ 610%) e Crocs (+ 430%) hanno visto un incremento significativo, a dimostrazione che il leisurewear è tornato a essere una priorità per i consumatori”.
Un altro fenomeno che sta interessando StockX è la crescita di interesse verso oggetti da collezione che hanno forti legami con i ricordi d’infanzia. Jesse Einhorn, Senior Economist di StockX, spiega che “un numero crescente di persone sta tornando con la mente alle proprie passioni d’infanzia per tramutarle poi in forme di collezionismo e, soprattutto, d’investimento”. Dopo aver lanciato la categoria “collectibles” dedicata agli articoli da collezione, StockX, ha visto incrementare in modo esponenziale le vendite delle figurine Pokemon: negli ultimi dodici mesi, il prezzo delle carte Pokemon sulla piattaforma è aumentato del 300%.