La parola del mese: viaggio sostenibile

Ora sei vaccinato e intento – finalmente – a pianificare una vera vacanza estiva dopo un anno difficile, ma non vuoi partecipare ai fenomeni che hai condannato e sui quali hai riflettuto durante l’anno: sovraffollamento, cambiamento climatico, condizioni di lavoro ingiuste nel settore del turismo. Cercare un hotel o un tour operator che si è guadagnato un’etichetta di sostenibilità potrebbe sembrare un buon punto di partenza, ma la realtà delle etichette green non è così semplice o meglio così affidabile. Ci sono circa 180 etichette di certificazione che operano nel settore del turismo, ognuna con la pretesa di certificare le credenziali ecologiche di un hotel, ristorante, tour operator o anche una destinazione, come vedremo in dettaglio. E mentre alcune di queste etichette sono ben applicate, altre potrebbero essere considerate “greenwashing”, ovvero quando un’azienda si presenta come un punto di riferimento per la conservazione ambientale, ma le sue azioni non corrispondono ai claim…

“La gamma dei parametri è molto vasta: da rigorosa, imparziale ed eccellente a, francamente, povera”, ha affermato Randy Durband, amministratore delegato del Global Sustainable Tourism Council, un’organizzazione no profit che stabilisce e gestisce gli standard globali per i viaggi sostenibili. “Crediamo fortemente nel valore aggiunto creato da società nel settore a difesa dell’ambiente e di un modo di viaggiare più sostenibile”, ha aggiunto Durband, “ma la parola ‘certificazione’ nel mondo del turismo viene spesso utilizzata in modo improprio”.

Tuttavia, molte aziende si stanno rendendo conto dell’importanza di migliorare le proprie prestazioni ambientali e sociali, ha affermato Andrea Nicholas, amministratore delegato di Green Tourism, ente di certificazione di Edimburgo con oltre 2.500 membri, che dichiara anche che “la pandemia ha accelerato il ​​concetto di turismo sostenibile di cinque anni”. “Prima”, ha aggiunto, “molte aziende consideravano la sostenibilità solo come un componente aggiuntivo”. Ma cosa significa “viaggio sostenibile”?

Data la diversità delle destinazioni e dei contesti che un viaggiatore potrebbe incontrare, non esiste una risposta universale a cosa significhi viaggiare sostenibile. L’efficienza idrica di un hotel è molto più importante lungo l’arida costa mediterranea della Spagna che nella Scozia occidentale, bagnata dalla pioggia, ad esempio. Gli esperti però dicono che il concetto di sostenibilità è molto più che riutilizzare gli asciugamani nelle stanze d’albergo o acquistare una compensazione di carbonio per i voli, anche se questi sono buoni punti di partenza. La sostenibilità riguarda anche i salari e le condizioni di lavoro delle persone o la pressione aggiuntiva che si potrebbe esercitare su una città già affollata, presso un sito del patrimonio o un’area naturale. Tra le tante novità del 2021/2022, è altamente probabile che cambierà il modo di viaggiare. A giudicare dal numero di spostamenti per mare e per cielo, di treni e auto in circolazione fino a inizio 2020, si può senz’altro affermare che viaggiare è uno dei piaceri nella vita, talvolta una necessità, ma anche una sorta di nevrosi del mondo occidentale. Sembra indispensabile prenotare spostamenti, vacanze, voli, e alberghi senza perdere tempo, cercando al massimo di accaparrarsi le tariffe imperdibili per andare ovunque e comunque, magari con 12-18 mesi di anticipo. Adesso non si può, e finché non si supera l’impasse Covid-19 – questo lo abbiamo capito – è rischioso fissare date e soggiorni nel lungo termine, anche se le compagnie offrono l’opportunità di cambiare poi le date.

Da viaggiatori, alcuni accorgimenti si possono attuare facilmente: evitare di utilizzare aerei -il che ci sembra un po’ estremo-,  scegliere alloggi ecosostenibili, non stampare i documenti di viaggio, sostenere le economie locali e non “lasciare traccia” del proprio passaggio, sono alcuni di questi. A anche quando ci si affida a terzi, il 71% dei viaggiatori secondo il Sustainable Travel Report 2019 di Booking.com, ritiene che gli operatori di viaggio dovrebbero offrire più opzioni sostenibili. Nel corso degli ultimi 12 mesi, 10 milioni di utenti Skyscanner hanno scelto i voli in base alle minori emissioni di CO2, e il 68% dei consumatori ha espresso l’importanza di spendere il proprio denaro per le comunità locali. Abbiamo cercato alcune località “sostenibili” in Italia di seguito per i nostri lettori.

In centro Italia nella regione Toscana tra Livorno e la Maremma, è nato un modello di località sostenibili. Infatti 34 comuni della zona hanno adottato negli ultimi anni direttive plastic-free e inoltre vi è una delibera regionale plastic-free che vieta l’usa e getta negli stabilimenti balneari. Nella zona è stato realizzato il primo progetto in Italia per una filiera del mare senza rifiuti che coinvolge i pescatori che possono recuperare le plastiche raccolte durante la pesca.

A Nord dell’Italia, la città di Trento si pone al primo posto di Ecosistema urbano 2019, classifica prodotta da Legambiente, Ambiente Italia e il Sole24Ore. È infatti modello di città vivibile per aria pulita, attenzione alla mobilità con piste ciclabili e riduzione degli sprechi energetici.

Per quanto riguarda altre destinazioni marine, il Sud Sardegna è stato premiato come prima destinazione sostenibile d’Europa nel 2016, e non possiamo che immaginare che la zona abbia proseguito con standard virtuosi. Infatti questa zona ha adottato un modello di turismo sostenibile basato sulla salvaguardia dell’ambiente e delle identità locali. L’area comprende la zona meridionale del “quadrilatero” sardo, attorno a Cagliari, tra Chia e Costa Rei: meno rinomato di altre zone dell’isola, ma affascinante e a tratti selvaggio. La costa sud è eterogenea e tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano si trova la più grande pianura dell’isola, il Campidano.